domenica 5 giugno 2011

Romanzi a New York #51: Incontro d'Estate


Quando un romanzo resta inedito per volontà dello scrittore e viene pubblicato postumo può sorgere il dubbio che il testo non sia all'altezza degli altri lavori dell'autore, soprattutto quando l'autore è Truman Capote (1924-1984), genio della letteratura americana del quale abbiamo già trattato nel post di Colazione da Tiffany.
Il romanzo in questione è Incontro d'Estate (Summer Crossing), e - diciamolo subito - valeva la pena di pubblicarlo.
Incontro d'Estate è il primo impegno letterario di Capote, che lo iniziò a scrivere nel 1943, quando collaborava con il magazine Harper's Bazaar. Ci lavorò sopra per oltre un decennio, per poi decidere di non pubblicarlo. Nel frattempo il suo primo romanzo edito "Altre Voci, Altre Stanze", era uscito nel 1948, riscuotendo un buon successo. Non sapremo mai veramente il perché Capote arrivò persino a dire che aveva bruciato il manoscritto di Incontro d'Estate. Sta di fatto che è un romanzo emozionante, scritto con uno stile diretto, asciutto e con personaggi sofferti ed emozionanti come la protagonista Grady McNeil, "diciottenne meno tre settimane", che rimane sola a New York in piena estate mentre i genitori sono in vacanza in crociera. Nelle intemperanze della ragazza non si possono non riconoscere quelle premesse che porteranno alla creazione della Holly Golightly di Colazione da Tiffany.
Grady, restia alle regole della sua ricca famiglia, vive con impeto l'amore per il garagista ebreo Clyde Manzer e lotta alla sua maniera contro le consuetudini, ma anche contro se stessa. E tutto accade in una New York raccontata con maestria. Anzi, aldilà di una certa spigolosità della trama e della poca simpatia che ispirano tutti i personaggi è proprio nelle immagini newyorchesi che si trovano dei passaggi che lasciano il segno. Capote, ad esempio, nel raccontare la partenza dei genitori di Grady fa descrivere a Peter, un amico della ragazza, l'atmosfera dei viaggi transatlantici da New York in maniera magistralmente spietata: "E' quella la nave, la Queen Mary? E io che speravo in qualcosa di divertente, tipo una nave cisterna polacca. Chiunque abbia concepito quella balena biliosa dovrebbe essere gassato: voi irlandesi avete perfettamente ragione, gli inglesi sono gente orribile. E i francesi non sono da meno: la Normandie non è certo bruciata troppo presto. Ciononostante io non viaggerei mai su una nave americana..."
Grady, quando può, gira per la città, cerca di viverla tutta, uscendo dalla gabbia dorata del suo lussuoso appartamento sulla Quinta Avenue: "Broadway è una via, ma anche un quartiere... le piaceva soprattutto passeggiare per le strade o fermarsi all'angolo di una via per osservare il fiume di gente che le passava accanto. Poteva starci tutto il pomeriggio, finché non calava l'oscurità. Ma laggiù non era mai completamente buio: le luci che rimanevano accese tutto il giorno, all'imbrunire diventavano gialle e di notte bianche; ed era proprio allora che le facce, quelle facce intrappolate dai sogni, le si rivelavano meglio."
La storia tra Grady e Clyde procede a fatica. I due vorrebbero essere, ognuno a modo suo, grandi, forti e strafottenti ma l'amore cova e li scova, li fa uscire allo scoperto li unisce in un destino inevitabile passando per locali, parenti, amici(?) e gite a Long Island.
E al rientro in macchina ecco New York: "Una foschia rossastra, da cero votivo, aleggiava intorno a New York, ma quando sfrecciarono lungo il Queensboro Bridge la città, improvvisamente visibile in tutta la sua lunghezza, esplose come una girandola di Capodanno: ogni grattacielo era un fuoco d'artificio che si sbriciolava in colori sempre più veloci."
Questa vista dal Queensboro Bridge è molto letteraria, ce n'è traccia già ne Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald (trovate la citazione nel post #36) e, a ben vedere, i punti in comune tra le due opere vanno anche oltre l'iconografia della città. Non parlo della trama, ma delle atmosfere, delle tensioni relazionali, della difficoltà di certi amori il cui destino sembra segnato già dalla prima pagina, senza che il piacere della lettura ne sia minimamente intaccato.
Incontro d'Estate, a prescindere dai desideri dell'autore di tenerlo in un cassetto, è un romanzo importante non solo per il contenuto, ma perché segna la nascita di una carriera letteraria di un artista controverso e geniale quale è stato Capote.
Uscito in Italia nel 2006, il volume è tornato nell'aprile di quest'anno nelle librerie grazie a nuova edizione.
Incontro d'Estate, Truman Capote, Garzanti, 2011