venerdì 24 giugno 2011

Romanzi a New York #53: Danny l'Eletto


La ricchezza letteraria del quartiere di Brooklyn è sorprendente. Sarebbe quasi da inaugurare un blog dal titolo "Romanzi a Brooklyn" tanta è la varietà e la fonte di ispirazione che deriva da questo borough, diventato parte integrante di New York City nel 1898, quando la popolazione votò a favore dell'unione dei distretti di Manhattan, Bronx, Queens e Richmond (Staten Island) in unica grande città.
Brooklyn era ed è (oggi un pò meno...) residenza di immigrati di ogni dove e Danny l'Eletto (The Chosen) di Chaim Potok (1929-2002), scritto nel 1967, ci racconta in maniera straordinaria la comunità ebraica, attraverso la storia di un'amicizia tra gli adolescenti Danny, chassidico (hassidim) intransigente, e Reuven, figlio di uno studioso del Talmud e definito con un certo disprezzo un "apicoros", cioè una specie di eretico che studia in ebraico anziché nel più tradizionale yiddish.
Tutto nasce durante una furiosa partita di baseball tra due squadre che sono anche rappresentative delle due scuole di pensiero. Reuven resterà ferito da una palla lanciata da Danny e quella ferita sarà la cerniera di una incredibile amicizia. La qualità della scrittura di Potok è eccellente, ci guida con umanità e arguzia in un mondo che affascina, incuriosisce e interessa. Chi sa di ebraismo (e di baseball...) si diletterà e appassionerà allo stesso modo di chi non ne sa nulla.
Il rapporto tra i due ragazzi, il ruolo dei loro genitori, è un modo per scavare nell'anima dei protagonisti e dei lettori, per portarci dentro un'atmosfera narrativa profonda, umanissima e piena di informazioni su una delle culture più antiche del mondo.
"C'erano anche sinagoghe che non praticavano il chassidismo. Quella dove andavamo a pregare mio padre ed io, in Lee Avenue, era stata un giorno una spaziosa drogheria, e sebbene la metà inferiore della finestra fosse schermata da una tenda, il sole filtrava attraverso i riquadri di vetro che restavano scoperti, e mi piaceva star lì a pregare la mattina del Sabato, col riverbero d'oro del sole che si posava sulle pagine del libro di preghiere."
L'educazione rigorosa, i lunghi, eterni, silenzi tra Danny e il padre rabbino sono interrotti solo dagli incalzanti dibattiti-quiz sulla Torah (testi sacri) o, in occasione della visita dell' apicoros Reuven bravo in matematica, di prove sulla Gematria, lo studio numerologico delle parole ebraiche.
Danny è un ragazzo dotatissimo, ha una memoria fotografica sensazionale che lo facilita negli studi, ma la sua curiosità lo porta a letture (Freud, ad esempio) non in linea con i dettami paterni e in contrasto con il suo futuro predestinato da rabbino. I ragazzi vivono con emozione la loro età di formazione e tutto accade negli anni della seconda Guerra Mondiale, mentre gli americani sbarcano in Normandia e in America arrivano i terribili echi della Shoah.
Uno dei temi del libro, il silenzio, è spiegato e spiega molto: "Ho cominciato ad accorgermi che si può ascoltare il silenzio e impararne qualcosa. Ha una qualità e una dimensione tutte sue. Certe volte mi parla. Mi sento vivo, in questo silenzio. Parla e io posso sentirlo... Ha una struttura bella, strana. Non parla sempre. Ogni tanto... ogni tanto piange, e puoi sentirci dentro il dolore del mondo. Allora fa male ascoltarlo: ma è necessario."
Tutto è vissuto lontano dai grattacieli, in un microcosmo carico delle emozioni e delle tensioni di una vita religiosa e intellettuale intensa dove non manchgeranni i confronti, anche aspri. E' così che lo schierarsi a favore del sionismo e della creazione di uno stato d’Israele, di cui i chassidim sono forti avversari, metterà in crisi l'amicizia dei due ragazzi, divenuti più uomini che adolescenti.
Brooklyn con i suoi college in pietra arenaria rossa, gli altissimi alberi di ailanto (noto anche come albero del paradiso), i marciapiedi assolati e le abitazioni essenziali, i modi di vita frugali sono lo scenario perfetto di una storia raccontata in modo perfetto.
In Italia il libro è comparso nel 1969, due anni dopo l'edizione americana e oggi siamo alla 23esima edizione, a conferma del fatto che Potok viene continuamente "riscoperto" dalla critica e dai lettori e, ne siamo certi, una nuova riscoperta ci sarà il prossimo anno in coincidenza con il decennale della sua scomparsa.
Danny l'Eletto, Chaim Potok, Garzanti, 2010