domenica 11 novembre 2012

Romanzi a New York #95: La Stella Nera di New York

La casa editrice Fazi, meritevole di aver proposto in Italia alcuni tra i più grandi successi di letteratura per giovani adulti, stavolta ci riprova con un romanzo di Libba Bray, già nota per la sua trilogia di Gemma Doyle.
La Stella Nera di New York (The Diviners) in realtà compie un un piccolo passo generazionale in avanti, proponendosi come un romanzo godibile da lettori un pò più adult e un pò meno young, purché appassionati della letteratura di genere horror, magari con venature gotiche.
La storia è ambientata nei ruggenti anni venti di New York City e protagonista è la diciassettenne Evie O’Neill, che vive con il ricordo del fratello morto in trincea quando lei era bambina. La ragazza viene allontanata dai genitori dall'Ohio dopo l’ennesima bravata durante un party, e va a vivere a New York dallo zio Will, che di mestiere fa - ma guarda un pò - il curatore del Museo dell’Occulto... La New York degli anni Venti è molto descritta, quasi troppo verrebbe da dire, tra jazz, musical, proibizionismo, capelli alla maschietta, film di Rodolfo Valentino e quant'altro possa fare da necessario e iconografico corollario.
Evie, affiancata da un gruppetto di coprotagonisti ben assortito, avvertirà la venuta di un potere arcano e terribile, che si è reincarnato in un assassino scomparso cinquant’anni prima, ricominciando a seminare morte e distruzione ("John Il Malvagio, John il Malvagio, fa il suo lavoro adagio adagio"). Un potere che forse ha contribuito lei stessa ad evocare...
"Il weekend precedente era stata costretta ad andare in giro per antiquari nella zona settentrionale nello Stato di New York con sua madre - una commissione abituale assolutamente orrenda - finché non si erano imbattute in una vecchia tavola Ouija. Le tavole Ouija sono di gran moda. I sensitivi hanno dichiarato di ricevere messaggi e avvertimentim dall'aldilà usando la tavola di Mr. Fuld."
Se, per inciso, volete saperne di più su questa misteriosa tavola potete fare un salto qui.
Tra spettri e maledizioni del passato con un eroina alquanto riluttante, l'intreccio si dipana comunque intrigante e ben narrato dal'autrice, sensibile anche alle pulsioni ribelli dei giovani in una New York piena di nuovi fermenti sociali e contraddizioni. Il tutto sullo sfondo di un mondo dello spettacolo e del cinema che si sta trasformando sempre più in un mix di industria e aspirazioni personali  forse altrettanto letale delle entità malefiche che vagano tra le circa 600 pagine del volume. 
"Henry era seduta al piano per la prova generale,osservandola mentre sospirava, faceva il broncio e dondolava una gamba avanti e indietro, avanti e indietro. "Mr. Ziegfield arriverà presto gente", urlò il direttore artistico" . Già Ziegfield, proprio lui, Florenz Ziegfield, l'uomo il cui nome è sinonimo di musical.
Un'altro punto a favore di questo romanzo è la scelta dell'epoca che risulta un pò controcorrente rispetto alla concorrenza. Di solito quello della New York dei primi anni è un periodo preferito da autori per romanzi più adulti e basta, per i giovani sono altre le epoche che, di solito, accendono la fantasia di autori e lettori. Ma per i New York addicted è proprio questo il valore aggiunto, la carta a sorpresa che gioca l'autrice (e anche l'editore italiano quando inserisce il nome della città nella versione italiana del titolo) girando a spasso nel tempo e nella città tra architetture reali e fantasiose: "Quando il Bennington fu costruito, nel 1872, dissero che l'architetto, discendente di una lunga stirpe di streghe, aveva modellato l'edificio secondo antichi principi occulti, grazie ai quali avrebbe costruito per sempre una sorta di magnete per l'aldilà".
Evie, credo l'abbiate capito, non ci lascerà con questo volume. Come fantagotico destino vuole siamo di fronte all'inizio di una nuova saga... 
La Stella Nera di New York, Libba Bray, Fazi Editore, 2012