mercoledì 27 agosto 2014

Romanzi a New York #107: Brooklyn è


Oramai Brooklyn è una tappa irrinunciabile per chi va in vacanza a New York: rassegne cinematografiche sui tetti, ristoranti rinomati, pasticcerie da sballo calorico e visivo, quartieri prestati perennemente al cinema, prezzi delle case in continua ascesa e una gentrification o borghesizzazione delle strade che dir si voglia in continua evoluzione. E' normale, prevedibile, che anche l'editoria si accorgesse del fermento che c'è intorno al distretto. Tra i titoli più interessanti sull'argomento c'è Brooklyn è (Agee's Brooklyn) di James Agee (1909-1955) che ripropone un reportage letterario realizzato dall'autore nel 1939 e pubblicato per la prima volta solo nel 1968. Lo scrittore vagabonda per le strade di Brooklyn cogliendone l'essenza dal basso, girando per i quartieri, soffermandosi nei luoghi più popolari. Agee scruta i quartieri, li commenta anche sotto l'aspetto architettonico e la fa in un modo tutto suo, quasi poetico: "Park Slope: I potenti reggimenti di case post-casermoni di pietra grigia con bovindo e le grandi ville isolate, che se ne stanno tra alberi maturi con il loro aspetto chiuso e sprangato e i singolari silenzi della Parigi borghese".
La scrittura non è sempre scorrevole, ma questo non suoni come una critica, la spigolosità, il ritmo a volte da invettiva è una caratteristica dell'autore, a volte ricercato nella scelta delle parole (il traduttore, Luca Fontana, avrà avuto il suo bel da fare).
E' una lettura che ci consente di scoprire una Brooklyn precedente a quella modaiola di oggi, ci fa respirare con taglio letterario tra il lirico e il giornalistico l'aria di quelle strade e ci porta dentro l'anima dei personaggi che le frequentano. "Questi, i malati, i privi di sensi o i fecondi, i sani, i giovani, i viventi e i morti, gli edifici, le strade, le finestre a piccionaia delle corsie, le aule letali delle scuole, le fabbriche affumicate e sibilanti, gli uccelli spietati, gli animali. Questi sono gli abitanti di Brooklyn".
Dopo l'ultima pagina ci si rende conto di aver letto un cantico neo-moderno dedicato a Brooklyn, intenso, da leggere con attenzione, con le pagine da osservare così come le ha osservate lo scrittore Jonathan Lethem, che ben conosciamo, nella sua breve e preziosa prefazione.
Brooklyn è, James Agee, Il Saggiatore, 2014